Stamattina mi è venuto in mente questo passaggio qui sotto, e mi è venuto di mattina presto, appena dopo essermi svegliato e prima ancora di prendere il caffè e di andare a correre. E non lo so mica se è un buon segno.
«E non lo sa più nessuno perché c’è stato bisogno di montare questa recita gigantesca del pensare, la finta che da qualche parte, cioè quasi dovunque, ci siano dei pensieri e che poi addirittura ci sia anche qualcuno che li pensa questi pensieri, mentre invece sta diventando sempre più evidente che dappertutto c’è soltanto la più sostanziale umiliazione del cervello, dovunque e solamente una gran quantità di sistemi e di fenomeni atti all’umiliazione del cervello e a fargli credere che c’è e che pensa mentre invece il cervello sta a bagno in una specie di clima di finzione generale».
(Ugo Cornia, Le pratiche del disgusto, Sellerio, pp. 41-42)

