Quando leggo della Roma, e d’estate soprattutto leggo molto della Roma, faccio fatica a non pensare a una cosa che mi è successa alcuni anni fa, mentre ero a una fiera del libro qui a Roma, quando ho incontrato Andrea, che è un amico ed era lì a fare delle interviste, e quando ci siamo incontrati ha fatto un’intervista anche a me e mi ha chiesto: «C’è un libro, tra quelli che hai letto, che più di tutti ti fa pensare alla Roma?» e io gli ho risposto: «Disastri di Daniil Charms». In particolare, di Disastri, c’è un racconto che quando lo leggo mi fa pensare alla Roma, che si intitola «Il falegname Kušakov» e descrive la storia di un falegname, che si chiama appunto Kušakov, che esce di casa per comprare della colla e poi, siccome per strada è scivoloso per colpa del disgelo, cade e si fa male alla fronte, e allora decide di andare in farmacia a comprare un cerotto, solo che poi quando esce dalla farmacia cade di nuovo e si fa male al naso, e allora rientra e si compra un altro cerotto ma poi, appena esce dalla farmacia, cade di nuovo e si fa male alla guancia, quindi gli tocca rientrare in farmacia per prendere un altro cerotto, e a quel punto il farmacista gli dice: «Sa cosa, lei cade e si ferisce così spesso che le consiglio di comprarne qualche unità, di cerotti». «No – dice il falegname – non cadrò più», ma poi esce per strada, scivola e si fa male di nuovo.
(Danil Charms, Disastri, Marcos y Marcos, traduzione di Paolo Nori)