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Come una sensazione di vuoto

Ieri sera ero stanchissimo e non vedevo l’ora di mettermi a letto ma poi quando mi sono messo a letto e mi sono addormentato ho cominciato a sognare che mi prendevano a pallonate sulla testa, certe botte prendevo, sulla testa, un male cane, e allora mi sono svegliato con la testa tutta un po’ scombussolata e ammaccata dalle pallonate prese in sogno. Mi sono tirato su dal letto e mi sono appoggiato con la schiena sullo schienale del letto, e mentre stavo lì appoggiato, al buio, mi sono messo a pensare a come mai avessi sognato di prendere delle pallonate sulla testa, e mi sono ricordato che io ho questa brutta abitudine che, prima di dormire, molto spesso mi metto una decina di minuti sul telefono a guardare dei video su Instagram. E anche ieri sera mi ero messo una decina di minuti a guardare dei video su Instagram, e me ne era capitato uno di Gattuso, l’allenatore della nazionale italiana, a cui un giornalista aveva chiesto perché in nazionale non ci sono più i campioni di una volta. E lui aveva risposto che oggi non ci sono più campioni come una volta perché i ragazzini non giocano più a pallone tutto il tempo come una volta, oggi ci giocano solo sette o otto ore a settimana a pallone, non è più mica come vent’anni fa, oggi i ragazzini passano tutto il tempo a leggere sui telefoni. E quando il video è finito mi è venuto un bel senso di malinconia per i tempi andati di quelli che mi conciliano il sonno. E mi sono visto davanti agli occhi, quegli occhi mentali che mi si aprono quando chiudo quelli fisici prima di addormentarmi, tutti questi ragazzini di oggi che leggono sui telefoni invece di giocare a pallone. E ho avuto come una sensazione di vuoto, un vuoto prodotto dai palloni non più calciati e non più rimbalzanti da nessuna parte nel mondo. E ho pensato che per forza questi palloni non sono più né calciati né più rimbalzanti da nessuna parte nel mondo, perché non ci sono più ragazzini a prenderli a calci e a farli rimbalzare. Perché passano troppo tempo a leggere sui telefoni, questi ragazzini. E allora ma dove vuoi che vadano, i poveri palloni, se non c’è più nessuno nel mondo che li prende a calci, dove? E mentre ero lì al buio che riflettevo su queste cose, a un certo punto l’ho capito dove vanno questi palloni: nella mia testa, ecco dove vanno se nessuno li calcia più, nella mia testa.